Come dimagrire con la pasta

Come dimagrire con la pasta

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La pasta all’interno della dieta: è possibile dimagrire mangiando pasta?

Si tratta della domanda che, quotidianamente, ogni italiano si pone. La connotazione geografica non è di secondo piano, essendo la pasta la chiave di volta della dieta Mediterranea, emulata, invidiata, elogiata ormai in tutto il mondo.

La risposta è, senza ombra di dubbio, sì. Tale tesi è avvalorata da studiosi, in termini di ricerca scientifica, e dai medici dietologi sul campo.

Non si tratta quindi di una supposizione o di una prova sul campo, empirica e su campioni ridotti, ma di una verità scientifica a tutti gli effetti.

Tra i più grandi fautori di questa scelta alimentare, cioè del dimagrire mangiando pasta, troviamo il Professor Paolo Migliaccio, dietologo di fama mondiale, noto anche per la sua attività di sensibilizzazione ad uno stile di vita sano attraverso i mass media e la tv in particolare.

Il suo programma nutrizionale basato sul “mangiare sano” prevede l’inserimento quotidiano di una porzione di pasta a pranzo, come piatto unico, che accompagnato ad una cena più leggera porta il computo delle calorie quotidiane a circa 1100 calorie al giorno, il dimagrimento previsto è di circa 1-2 kg a settimana.

Le proprietà benefiche della pasta: un fedele alleato per la tua dieta e della tua salute.

Le caratteristiche positive della pasta e le sue qualità non attengono, soltanto, alle scelte nutrizionali della vostra dieta ma, anche e soprattutto, alla vostra salute.
Preliminarmente, dobbiamo sfatare il mito che faccia ingrassare in sé stessa.
Il segreto, come per ogni alimento, è racchiuso in due aspetti: quantità e condimenti.
Al contrario fin troppo spesso, ci approcciamo alla pasta come se questa possedesse un potere mistico ed innato: favorire l’accumulo di peso. La verità è più che semplice, dobbiamo controllare le porzioni e contrastare lo stile di vita sedentario, senza mai rinunciare al giusto apporto di carboidrati all’interno della nostra dieta.

Potere saziante. Parlando, in senso lato, di poteri, questa volta scientificamente provati e dimostrati dagli esperti, la pasta possiede uno straordinario potere saziante. Non si tratta di un fattore da poco, anzi: le nostre diete falliscono, il più delle volte, in quanto non riusciamo a raggiungere il tanto desiderato senso di appagamento e di sazietà. Già solo in base a questa considerazione, eliminare la pasta dalla nostra dieta sarebbe, non solo controproducente, ma un clamoroso autogoal.  A tal porposito, tutte le pubblicazioni scientifiche più recenti hanno infatti appurato un risultato univoco: consumare la pasta ci spinge a mangiare meno.

Antistress naturale e segreto di buonumore. Ancora una volta, non si tratta di semplice passione per la pasta, tipicamente italiana e legata alla dieta Mediterranea.
La pasta mette di buon umore, essendo un antistress naturale, possedendo cioè una struttura chimica adatta ad incidere positivamente sul corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Tale proprietà è dovuta al possesso di vitamine del gruppo B, ed in particolare la vitamina B1, che rappresenta vera e propria benzina per il nostro cervello.

Inoltre, la pasta influisce tramite l’apporto di amido e glucosio sulla produzione di serotonina, il neurotrasmettitore che ci fa percepire la sensazione di benessere. Quest’ultima dote spiega la caratteristica sensazione di soddisfazione, una volta terminato un buon piatto di pasta.

Da non trascurare, in relazione all’ottimo rapporto tra questo alimento e l’umore, è il suo gusto.
Questa interazione tra gusto, promozione della produzione di seratonina ed apporto di vitamina B1 rendono la pasta un antidepressivo naturale, che vi aiuterà a combattere i classici sbalzi d’umore da dieta ipocalorica e soprattutto a contrastare i consueti cali di motivazione o i picchi di desiderio classici, nelle diete che ne vietano totalmente il consumo.

Una dose di energia per affrontare gli sforzi della giornata. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare un altro degli effetti tipici delle diete ipocaloriche mal bilanciate: il senso di stanchezza, all’apparenza inspiegabile.
In realtà è un indice del fatto che il tuo regime alimentare sia sbilanciato e penda, eccessivamente, in favore di un contributo proteico. I carboidrati non andrebbero totalmente eliminati per questo motivo, in quanto rappresentano la nostra fonte primaria di energia per affrontare ogni sforzo, sia fisico che mentale.
La facile digeribilità della pasta, riesce a fornire un credito di energia immediato, che il nostro corpo può spendere nelle attività quotidiane.
Questa riflessione è ancor più valida per gli sportivi, soprattutto prima delle competizioni.

Protezione per cuore e tumori. Il basso contenuto di sodio e l’alto apporto di fibre sono, secondo recenti studi, da un lato una protezione per il cuore, dall’altro un fattore che contrasta l’insorgere di tumori, soprattutto i più diffusi al colon ed allo stomaco.

Pasta: composizione e tipi

Quale pasta scegliere?

Con riferimento alla sua composizione, la pasta è un elemento oggettivamente versatile.
Pochi ingredienti che permettono la produzione più svariata, basterà modificare leggermente la ricetta o, in maniera ancora più semplice, scegliere una farina differente.
L’importanza che la pasta riveste all’interno della nostra dieta, fa sì che il legislatore abbia strettamente disciplinato i suoi processi produttivi e, in particolar modo, i suoi ingredienti.
La pasta più utilizzata in Italia, è la pasta secca di semola, cioè la tipica pasta industriale.
Questa deve contenere per legge solo semola o semolato di grano duro. Qualora così non fosse, entreremmo nel campo delle paste speciali.
Quella delle paste speciali è una categoria molto ampia e varia, in quanto vi rientrano tutte le paste che si discostano dalla regola generale, cioè l’uso di farina di grano duro al 100%.
Ne fanno parte la pasta all’uovo, le paste farcite, quelle che introducono condimenti particolari nella ricetta per modificarne gusto o colorazione (spinaci, nero di seppia) o ancora le paste che utilizzano farine differenti: kamut, tumminia, farina integrale, esistono infine paste dedicate a soggetti che soffrono di determinate patologie, si pensi alla pasta per diabetici.

Il vero nemico della pasta all’interno delle diete: Lo stile di vita sedentario.

A fare ingrassare non è la pasta in se stessa, ma il vostro stile di vita.
Spiegandoci meglio, come accennato, la pasta fornisce un apporto di energie non indifferente.
Ciò significa che queste energie andranno spese, altrimenti si accumuleranno. È come se accantonaste ogni giorno dei risparmi che vadano ad ingrossare il vostro conto corrente, in questo caso, il vostro girovita.
Tuttavia, la regola magica riguarda, in ogni caso, le dosi.
La pasta è compatibile, essendo un alimento meraviglioso dal punto di vista nutrizionale, anche alle diete di soggetti che svolgono un lavoro sedentario o che non si allenano.
Tuttavia dovremmo limitare fortemente le dosi ed i giorni in cui questa viene consumata.
Per quelle persone che invece svolgono un’attività fisica regolare esiste una dose aurea: 80 grammi. Ed in quest’ultimo caso, il consumo di pasta pasta potrà essere più frequente, anche giornaliero.

Gestire la pasta in un regime alimentare ipocalorico: Affidatevi a professionisti.

Per dimagrire mangiando la pasta, inoltre, dovrete rivolgervi a professionisti: dietologi, dietisti e nutrizionisti (ed in questi ultimi due casi, sottoponete il vostro piano nutrizionale ed i loro consigli sempre ad un medico).
Per un motivo molto semplice, la pasta è un alimento difficile da gestire.
Nessun allarmismo, questa difficoltà è facilmente superabile da un professionista che possieda le giuste competenze.
Facciamo un esempio concreto: 80 grammi di pasta, conditi con 10 grammi di olio e salsa di pomodoro, apportano circa 400 calorie.
Si tratta di un quinto del fabbisogno energetico complessivo della vostra giornata.
Si tratta, insomma, di un pasto completo, per cui non dovrete eccedere e bisognerà sempre rispettare le grammature.
Infine, il secondo elemento da attenzionare, che rappresenta la seconda ragione per rivolgersi a tecnici, è l’indice glicemico medio- alto della pasta.
A tal proposito è corretto, e consigliabile, scegliere paste con un indice glicemico più basso. In primo luogo, le paste integrali, secondariamente si potrebbe optare per la pasta per diabetici. Pure non essendo affetti da tale patologia, si tratta di un tipo di pasta molto bilanciato e con un inglice glicemico (gioco forza) basso.

Far andare d’accordo pasta e dieta: gli accorgimenti

Infine, bisogna “aiutare” la pasta a stare bene all’interno della nostra dieta, cioè supportarla, in modo da non vanificare i risultati complessivi auspicati e perdere peso.

  • Non superare mai le grammature consigliare, come accennato, la dose perfetta è di 80 grammi.
  • Evitare di consumare la pasta a cena. La motivazione e legata alla logica, più che alle scienze mediche: l’energia della pasta ci serve di giorno, quando affrontiamo le sfide della giornata. Questa energia, di notte, andrebbe vanificata o peggio accumulata.
  • Allenamento. Si tratta di un consiglio legato a tutti i regimi alimentari, ma qualora scegliate di mangiare la pasta, avrete una motivazione in più.
  • Pasta e condimento. Volete la prima? Moderiamo i secondi. Optiamo per verdure, salsa di pomodoro, olio e parmigiano. La semplicità è la strada giusta.
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Nutrizionista Rossi

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